Aquileia

Aquileia

Città di frontiera romana e medievale

Aquileia, Italia

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Aquileia fu tra le città maggiori dell’Impero romano, una delle comunità più vivaci della prima cristianità latina, uno dei porti antichi più importanti del Mar Adriatico, luogo di partenza delle principali rotte commerciali, culturali e militari verso l’Europa nordorientale. Fu fondata dai Romani nel 181 a.C. e durante il Medioevo divenne crocevia di religioni e sede nominale di vescovato e patriarcato soppressi solo nel 1751. La Commissione per i Patrimoni dell’Umanità ha riconosciuto che Aquileia fu una delle città maggiori e più ricche dell’Impero Romano, che rappresenta l’esempio più completo di antica città romana nell’area del Mediterraneo per il suo essere per la maggior parte integra e ancora sotterrata, e che il complesso della Basilica patriarcale di Aquileia ne dimostra il ruolo decisivo avuto nella diffusione del Cristianesimo in Europa durante l’Alto Medioevo. 

Aquileia, Basilica e Piazza Capitolo  
La Fondazione Aquileia (www.fondazioneaquileia.it) fu fondata nella primavera 2008 per conto del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Regione Friuli-Venezia Giulia, della Provincia di Udine, del Comune di Aquileia e dell’Arcidiocesi di Gorizia allo scopo di tutelare e promuovere lo straordinario patrimonio archeologico di Aquileia, apparsa nella prestigiosa Lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO nel 1998.
 

La basilica

La basilica di Aquileia rileva uno straordinario progetto architettonico. La planimetria di base incarna la visione del Poppo (vescovo/patriarca, 1019–42), che la consacrò nel 1031. Ma le sue origini si estendono almeno al IV sec., con le dimensioni pressoché uguali a quelle odierne, eccetto il transetto e l’abside con cripta interrata. Il progetto di ristrutturazione del Poppo avvenuto nell’XI secolo comprese la ricostruzione sia della facciata, con la finestra centrale a due ante, e dell’abside, con la stupenda serie di affreschi, mentre le colonnate interne di dieci colonne ciascuna furono 
 
dotate di capitelli nuovi. Ulteriori lavori furono poi fatti in seguito al terremoto del 1348, mentre nel 1909 il pavimento del Poppo fu alzato a livello del presbiterio a rivelare il pavimento di mosaici appartenente al complesso di Costantino circa un metro più in basso. 
 

Il mosaico pavimentale

Il mosaico pavimentale della basilica, svelato tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del secolo successivo, è uno dei resti più spettacolari del luogo di culto primigenio, costruito su ordine del vescovo Teodoro immediatamente dopo l’Editto di Tolleranza (313 d.C.). Il complesso comprendeva due sale parallele (l’altra è visibile dalla Cripta degli scavi), una sala comunicante, un battistero di foggia grossomodo ellittica (chiuso al pubblico) a altri spazi forse appartenuti alla residenza vescovile. Su un’area di oltre 760 m², il mosaico nella sala sud di Teodoro è il pavimento musivo più grande in tutto l’Impero Romano d’Occidente. Diviso in quattro sezioni e dominato dalla dedica a Teodoro, le sue allegorie e immagini di non univoca interpretazione offrono una via pratica alla salvezza eterna.
Aquileia, mosaico pavimentale nella Basilica    
 
   

La Cripta degli scavi

La cosiddetta “Cripta degli scavi” fu portata alla luce dalle ricerche archeologiche intorno al campanile. L’area archeologica è dominata dai resti del complesso basilicale di Teodoro, datato dopo il 313 d.C. Esso comprende la sala nord, parzialmente occupata dalla gradinata del campanile, la sala mediana e altre strutture e mosaici provenienti dal luogo di culto o dalla residenza del vescovo. Al livello superiore sono visibili i resti della grande basilica post-teodoriana eretta a metà del IV secolo a rimpiazzare la chiesa di Teodoro e fiancheggiata da un nuovo battistero. 
 

Il battistero

Il battistero esterno è datato al tardo IV secolo, periodo della costruzione della basilica meridionale post-teodoriana. Della struttura originaria si è conservata la sola metà inferiore. Il battistero era quadrato all’esterno ed ottagonale all’interno, con nicchie semicircolari ai lati. L’attuale fonte battesimale ha forma esagonale, con dei gradini che portano dentro la vasca per le abluzioni battesimali, intorno ai quali furono erette delle colonne, forse intorno al IX sec. 
Aquileia, Storia di Giona (Basilica, mosaico pavimentale)     
 
   

Il battistero

Il battistero esterno è datato al tardo IV secolo, periodo della costruzione della basilica meridionale post-teodoriana. Della struttura originaria si è conservata la sola metà inferiore. Il battistero era quadrato all’esterno ed ottagonale all’interno, con nicchie semicircolari ai lati. L’attuale fonte battesimale ha forma esagonale, con dei gradini che portano dentro la vasca per le abluzioni battesimali, intorno ai quali furono erette delle colonne, forse intorno al IX sec. 
 

La Südhalle (Aula Sud)

Il battistero era fiancheggiato da due ampie sale rettangolari simmetriche a completare il grande complesso basilicale. Esse furono scoperte nel 1893 e denominate dagli archeologi austriaci rispettivamente Nordhalle (Aula Nord) e Südhalle (Aula Sud). In entrambe le sale figuravano pavimenti musivi datati al IV sec. o ai primi decenni del V. Sebbene sia stato scoperto oltre un secolo fa, il mosaico della Südhalle è in esposizione pubblica solo dal 2011, in un museo dedicato. L’ampio mosaico consta di tre sezioni separate. Il magnifico frammento musivo con l’effigie di un pavone, ora esposto sul muro del museo nella Südhalle, una volta ornava l’abside del lungo nartece che intercorreva tra questa e la basilica. 

Aquileia, Foro   

Il campanile

Il campanile della basilica di Aquileia, alto 73 m, si staglia maestoso sulla piana del Friuli. Eretto dal patriarca Poppo e probabilmente contemporaneo alla basilica o di poco posteriore. In origine il campanile era una semplice torre campanaria con copertura a tetto. Col tempo fu aggiunta la gradinata per rinforzare la base (XIV sec.) finché, nella prima metà del Cinquecento, i patriarchi della famiglia veneziana dei Grimani fecero ristrutturare la camera campanaria.  
 

Piazza Capitolo

Questa piazza fu il fulcro della vita aquileiese nel Medioevo. Delimitata dall’imponente corpo della basilica, del battistero e del campanile, la piazza in origine occupava il sito del già palazzo episcopale e del porticato quadrilaterale della basilica post-teodoriana sul lato nord a partire dalla seconda metà del IV sec. La sua planimetria è stata essenzialmente ricreata in seguito al recente restauro dell’area (2008–9) con massi di pietra bianca.  
 

Piazza Patriarcato

A sud del complesso della Basilica si estende l’area erbosa nota come Piazza Patriarcato. Resti significativi di un imponente edificio pubblico romano (originariamente 66×90 m) si ritrovavano qui fino a metà Settecento. Costruita a cavallo dei secoli III e IV, la struttura fungeva da magazzino, soprattutto di derrate alimentari, non solo per la città ma anche per le truppe che controllavano il confine danubiano dell’Impero. 
 

Il foro

Il foro, centro della vita politica, amministrativa e sociale della città, era un’area quadrata la cui prima fase costruttiva è databile al II secolo a.C. Nella prima metà del I sec. d.C. assunse l’aspetto riscontrabile a tutt’oggi, con arcate che lo circondano da almeno tre dei lati. A est e a ovest, al porticato si aprivano numerose officine; a sud, la basilica civile ne occupava l’ampiezza. Molto poco si sa del lato nord se non che fosse di struttura circolare con gradinata, struttura identificata come un Comitium, luogo di ritrovo popolare nell’era repubblicana.
 

Fondo Cossar 

L’area archeologica dei fondi Cossar si contraddistingue per i resti di almeno due o tre abitazioni, riportate alla luce negli anni Cinquanta, attualmente oggetto di ricerca da parte dell’Università di Padova e di prossima valorizzazione. Nei pressi dell’angolo sudorientale delle mura repubblicane, la zona si rivela far parte di uno dei quartieri meridionali dell’Aquileia romana, delimitato da una strada nord-sud con pavimentazione conservata in basolato e una a ovest, attualmente invisibile. I resti di muri e pavimenti di case risalgono a vari periodi tra il I e il IV sec. Il settore sud contiene numerosi mosaici degli ultimi decenni del I sec. a.C. o dell’inizio del I sec. d.C. L’area centrale è interamente occupata dalla cosiddetta domus di Tito Macro, dell’inizio del I sec. d.C.
 

Il porto fluviale

Si tratta di uno dei porti romani meglio conservati, che si estendeva lungo il vecchio corso del fiume Natisone/Torre, che fiancheggiava la città antica a est e che qui arrivava a un’ampiezza di quasi 50 m. Le strutture portuali vennero riesumate negli anni Trenta del secolo scorso per un totale di oltre 300 m di lunghezza lungo la sponda destra del fiume, ad affiancare le mura orientali della città repubblicana. Costruito su una struttura precedente, il porto fluviale fu completamente ristrutturato agli inizi del I sec. d.C., con un nuovo complesso di attracchi ed edificio posteriore che apriva sul fiume. 
 

La Via Sacra

La cosiddetta “Via Sacra” è un suggestivo sentiero archeologico che si estende dal porto fluviale fino all’area basilicale, costellato di cipressi ombrosi. Creato negli anni Trenta utilizzando la terra degli scavi nell’area portuale, il sentiero intendeva tracciare un collegamento tra i resti romani, il cimitero della Grande Guerra e il complesso della Basilica e i suoi eccezionali resti paleocristiani.
 

La necropoli

La sola parte della necropoli aquileiese attualmente aperta ai visitatori comprende cinque sezioni inumative disposte lungo una strada periferica che porta fuori città. Di lunghezza diversa ma eguali per profondità, esse appartennero a diverse famiglie di Aquileia (gli Stazius, degli anonimi, gli Julius, i Trebius e i Cestius). 
Aquileia, necropoli romana   
 
   

Il Museo Archeologico Nazional

Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia fu aperto nel 1882 nella casa dove si trova a tutt’oggi, Villa Cassis‐Faraone. Il corpus museale occupa tre piani e dodici stanze, oltre alle gallerie del Lapidario (1898). Anche una parte dei magazzini è aperta al pubblico, con nuove esposizioni quali la sezione su Via Annia (la via principale dal Veneto), inaugurata nel 2011.
 

Il Museo Paleocristiano

L’edificio che dal 1961 ospita il Museo Paleocristiano di Aquileia è l’ultima modifica strutturale nell’arco di quindici secoli che ha interessato questo originario luogo di culto cristiano costruito alla fine del IV sec. fuori dalle mura cittadine. I visitatori possono vederne la struttura religiosa e i relativi mosaici assieme a reperti di epigrafi funerarie cristiane provenienti da varie parti di Aquileia. 
 
 

Il Cimitero degli Eroi 

Dietro l’abside della Basilica, delimitato dalle mura medievali, si trova il cimitero dei caduti nella Prima guerra mondiale. Inaugurato agli inizi degli anni Venti, esso contiene le spoglie di centinaia di soldati italiani che persero la vita sul fronte carsico. Lungo il muro confinario, circondata da lauri e cipressi, si trova la tomba ai Dieci Militi Ignoti, qui sepolti il 4 novembre 1921. Il corpo dell’undicesimo soldato, scelto dalla sig.a Maria Bergamas in rappresentanza di tutte le madri d’Italia che persero un figlio durante la Grande Guerra, fu trasportato in treno da Aquileia a Roma e sepolto lo stesso giorno al Vittoriano. Maria Bergamas (1867–1952) riposa ai piedi del monumento ai Dieci Ignoti.